Giovedì 9 novembre si è svolto il meeting su Carlo Zampighi. Il tenore forlivese Carlo Zampighi è da annoverare a pieno titolo tra i grandi cantanti lirici forlivesi insieme a: Giuseppe Siboni, Angelo Masini, Maria Farneti, Giuseppe Paganelli. “Nella mia famiglia il melodramma era una fede. Mio padre, stonatissimo, si commuoveva all’ascolto della musica: mia madre, invece, aveva una bellissima voce, ma l’asma, purtroppo, le aveva precluso ogni possibilità d’affermazione; anche mia sorella cantava. Era …nell’ordine delle cose che anch’io cantassi. Il mio parroco, don Leonida Maioli, della parrocchia di Sant’Antonio Abate in Ravaldino – un uomo di estremo rigore e di sconfinata umanità – era felice di avermi fra i suoi cantori. Un giorno mi presentò all’allora vescovo monsignor Rolla, che mi invitò a cantare in cattedrale per la festa della Madonna del Fuoco. Conobbi un altro bravo prete, musicista di razza, don Gaetano Lugaresi, che mi fece imparare un’Ave Maria da lui composta che io cantai con tanta gioia nel cuore”. A raccogliere questa testimonianza sugli esordi forlivesi del tenore Carlo Zampighi (1927-1997) è stato Salvatore Gioiello, compianto socio del Lions Club Forlì Host. Queste parole sono state pubblicate nel volume “Amarcord, pió ‘d quarant’én fa… (Mi ricordo, più di quarant’anni fa…)”, scritto Gioiello insieme a Lieto Zambelli, edito nel 1995 dall’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Forlì. La testimonianza prosegue, facendo riferimento agli anni ’50, quando Zampighi era poco più che ventenne, e testimonia l’incontro con il noto impresario teatrale Carlo Alberto Cappelli, originario di Rocca San Casciano: “Mi fece esaminare da quattro prestigiosi direttori d’orchestra, Victor De Sabata, Vincenzo Bellezza, Parenti, Francesco Molinari Pradelli. Ascoltò il loro giudizio e dopo qualche giorno mi chiamò dandomi appuntamento nello studio di un notaio: sul tavolo di quel professionista era pronto il contratto: otto recite al mese per cinque anni (in seguito divennero quindici); compenso 350.000 lire mensili. Era fatta! Poi, Cappelli, mi portò alla Scala dove appresi i segreti della scena e, soprattutto, mandai a memoria tre spartiti: “Traviata”, “Rigoletto”, “L’amico Fritz”, i primi tre. Poi il mio repertorio si è via via arricchito, fino a comprendere 36 opere”. La figura del tenore Carlo Zampighi è stata rievocata dal nostro Presidente Gabriele Zelli. Ho utilizzato quanto raccolto sulla sua vita da Salvatore Gioiello, sia per ricordare un socio che al Club ha dato tanto, sia per dare continuità ai meetings dello scorso anno sociale dedicati a due personaggi forlivesi del mondo della musica come Angelo Masini e Mario Bonavita (Marf) e al service a favore del Museo Romagnolo del Teatro. Nell’occasione Maurizio Tassani, tenore, accompagnato al pianoforte da Pierluigi Di Tella, ha eseguito brani del repertorio interpretato da Zampighi in numerosissimi teatri italiani e del mondo.
Durante la serata abbiamo salutato l’ingresso di due nuove socie: Brunella Biguzzi, presentata da Silvio Lombardi e Sara Gozzoli, presentata da Gianfranco Baldassari.