Giovedì 14 novembre 2019, in occasione di un meeting promosso dal Lions Club Forlì Host, Giovanni Fossati e Serena Pozzoli, rispettivamente presidente e addetta nursery del Centro Addestramento Cani Guida Lions di Limbiate, hanno ufficialmente consegnato un cucciolo di razza Labrador a Foster Lambruschi, presidente dell’associazione forlivese, perché sia svezzato in quanto destinato a diventare un cane guida. Il cucciolo, a cui è stato dato il nome di Kiwi (come il frutto), resterà a Forlì fino alla fine del mese di maggio del 2020 per poi essere riconsegnato allo stesso centro dove inizierà l’addestramento fino a quando sarà diventato abile nel sostenere nei movimenti un non vedente.
Nel corso dell’incontro il presidente Fossati ha ricordato che il centro di Limbiate, un’eccellenza italiana che conta 16 dipendenti, nell’arco di sessant’anni ha addestrato 2.168 cani tutti assegnati con ottimi risultati ad altrettanti ciechi o ipovedenti. Attualmente ben 50 persone sono in lista di attesa per ottenere un cane guida.
Ha suscitato molto interesse la testimonianza dell’avvocato milanese Frederic Gobhard, che ha perso la vista all’età di vent’anni e da allora viene quotidianamente accompagnato da un labrador addestrato a Limbiate, per quattordici anni ha avuto per compagno Elvis e dopo la sua morte il centro è stato in grado di assegnargliene uno nuovo Vincent, uno splendido cane nero che per tutto l’incontro non ha mostrato nessun segno di insofferenza. L’avvocato Gobhard ha in particolare modo messo in evidenza il rapporto simbiotico che si instaura con l’animale e che va ben oltre alle funzioni di conduzione del non vedente all’interno delle città.
Durante la fase di crescita di Kiwi il Lions Club Forlì Host sarà affiancato dall’Associazione Emmanuel che si occupa di minori in stato di abbandono. Il cucciolo di tanto in tanto verrà portato presso la casa famiglia di Bertinoro, gestita dalla Onlus, per familiarizzare con gli adolescenti presenti nella struttura in modo che ne possano trovare anche loro un giovamento, assodato che, come ormai molti studi scientifici attestano, attraverso la la terapia dell’animale da affezione (Pet therapy) si riesce a gestire meglio una problematica di natura fisica, mentale o psicologica, come hanno confermato le socie dell’Associazione Emmanuel presenti all’iniziativa Diletta Ravaioli e Caterina Rondelli, quest’ultima anche vice presidente del Forlì Host.